Il tuo bambino non parla?

Ogni bambino ha le sue tappe e non è necessario allarmarsi non appena si nota un leggero ritardo rispetto agli standard. Questo vale anche per il linguaggio: ci sono dei bambini che ancora a due o due anni e mezzo non hanno cominciato a parlare e i genitori tendono a preoccuparsi per questo. Considerando che generalmente i bambini iniziano a pronunciare le prime parole tra 12 e 20 mesi, quando è il momento di rivolgersi ad uno specialista e quando invece possiamo considerare il ritardo come non preoccupante?

Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza in questo articolo, precisando che nessuna di noi educatrice è logopedista, medico o psicologa. Si tratta dunque di nozioni che non possono assolutamente sostituirsi al parere di un professionista, ma che possono aiutare il genitore ad avere qualche informazioni in più su questo delicato tema.

Lo sviluppo del linguaggio anno dopo anno

Anche se ribadiamo che ogni bambino è unico e di conseguenza lo sono i progressi che fa, ci sono alcuni step che mediamente ricadono in un preciso lasso di tempo. Questo avviene anche nel linguaggio.

  • Un bambino tra 12 e 18 mesi si esprime in diversi modi, utilizzando il contatto visivo, il contatto fisico e il linguaggio non verbale (per esempio pianto, urla e urletti di gioia).
  • Un bambino di 18 mesi sa già comprendere un buon numero di parole ma pronuncia ancora pochi suoni. Sa ascoltare canzoni e filastrocche riconoscendo alcune parole e comunica anche indicando determinati oggetti o disegni che gli interessano.
  • Intorno ai 24 mesi il bambino comincia a esprimersi con le prime parole, semplici e brevi, arricchendo giorno dopo giorno il proprio vocabolario. Le parole sono comunque singole e non ancora organizzate in frasi.
  • Di solito intorno ai 3 anni, i bambini iniziano a creare frasi utilizzando correttamente nomi, verbi, plurale e singolare, coniugazioni e morfologia. Di pari passo, il vocabolario diventa sempre più ampio.

Quando preoccuparsi se il bambino non parla?

Cosa fare dunque se il bambino non “rispetta” le tappe in cui mediamente gli altri cominciano a esprimersi e ad articolare parole sensate? Ecco alcuni segnali a cui prestare attenzione, che possono dare una prima indicazione del fatto che ci sia bisogno o meno del parere di un professionista.

  • Si interessa di ciò che succede intorno. Se il bambino esplora lo spazio intorno a sé, interagisce con gli adulti e con i coetanei e si esprime, anche se non attraverso il linguaggio, è sicuramente un segno positivo.
  • Risponde quando lo chiami. Un bambino che risponde al proprio nome, si gira e vi guarda oppure dà comunque segno di aver recepito il proprio nome, è un bambino che difficilmente presenta problemi nello sviluppo.
  • Comprende quello che dici. Un altro indicatore importante è se il bambino sembra comprendere quello che gli viene detto, dando assenso oppure facendo dei gesti ben precisi.
  • Gesticola per farsi capire. I bambini sono dei veri maestri a farsi capire anche semplicemente con i gesti. Se il tuo bambino è in grado di farsi intendere e di ottenere quello che vuole utilizzando semplicemente i gesti, forse sentirà in modo meno pressante la necessità di esprimersi a parole.

Cosa fare se un bambino non parla?

Partiamo da un presupposto importante: non è colpa dei genitori se il bambino non parla e non c’è niente in particolare che abbiate fatto o che avreste dovuto fare. Tuttavia ci sono alcune azioni che si possono mettere in pratica per favorire lo sviluppo del linguaggio nel bambino che non parla.

  • Aumentare le occasioni di scambi comunicativi, descrivendo ciò che si fa e ciò che fa il bambino nei diversi momenti della giornata. Inoltre, è bene dare il nome ad ogni oggetto che tocca in modo che poi associ la parola all’oggetto. Per aumentare le occasioni di interazione, ogni genitore può proporre diverse attività da fare insieme ai bambini: cucinare, fare giardinaggio, giocare, dare da mangiare agli animali ecc.
  • Far stare il bambino con i suoi coetanei spesso è un’ottima strategia per permettere al bambino di apprendere dai propri compagni. Inoltre, farsi capire dagli altri bambini può essere più complicato quindi il bambino potrebbe sentire il bisogno di articolare delle parole per interagire durante il gioco.
  • Leggere insieme è un’altra attività molto importante per lo sviluppo del linguaggio e non solo. Mettiti davanti a tuo figlio, in modo che lui possa vedere anche i movimenti della bocca. La lettura è un importante fattore di sviluppo del sistema uditivo-percettivo e cognitivo, altamente connesso allo sviluppo del linguaggio.

Questi sono solo alcuni esempi di attività. Se vi sentite ancora dubbiosi e preoccupati, la cosa migliore è sempre quella di rivolgersi al proprio pediatra: lui sarà in grado di capire se è consigliabile rivolgersi a un logopedista oppure se bisogna solo aspettare i tempi del bambino, magari mettendo in pratica alcune delle attività che abbiamo elencato sopra.

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